sabato 27 aprile 2013

Troppi debiti? Basta calcolarli

Nell’analisi patrimoniale di un’azienda, l’indice d’indebitamento (Td) svolge un ruolo chiave perché rappresenta il rapporto fra i capitali investiti da chi non ha quote nel capitale sociale (i terzi) e i capitali investiti da chi invece le ha. Da qui l’importanza che tale indice assume nella valutazione dell’azienda e, in particolare, nella valutazione di una Banca della richiesta di finanziamento. Un Td troppo alto è riconducibile a due possibili situazioni: 
  1. non si è certi della bontà dell’investimento (l’azienda) e quindi si preferisce investire denaro altrui;
  2. non si hanno le risorse sufficienti e, quindi, negli anni precedenti la gestione non è stata sufficientemente “redditizia” oppure sono stati distribuiti tutti gli utili. 
In ogni caso il “terzo” teme di essere l’unico a rischiare. Il Td è come il tappeto di casa, se vi si nasconde sotto la polvere, alla fine si vede …
Dal punto di vista tecnico si calcola con la seguente formula:

           Debiti vs Banche + Debiti vs Fornitori + Debiti vs Erario + Debiti vs Dipendenti
Td=   --------------------------------------------------------------------------------------------------------
                              Capitale Sociale + Riserve + Utile d’esercizio

Dove:
Debiti vs Banche = Mutui + anticipo fatture e RiBa + fido di cassa utilizzato; 
Debiti vs Dipendenti = Fondo TFR + debiti per retribuzioni.

sabato 20 aprile 2013

Attenzione al Capitale Circolante!

Spesso si tende a pensare che l’unico tipo d’investimento aziendale sia l’acquisto di un bene durevole. Vi sono altre forme d’investimento: la ricerca e sviluppo, la messa a punto di strumenti di gestione e/o di controllo della qualità, la formazione delle maestranze, ecc.: sono tutti investimenti che trovano riscontro nei dati contabili nelle immobilizzazioni immateriali (così chiamate per distinguerle da quelle “materiali” relative ai beni “tangibili”). V’è, però, un’altra forma d’investimento che, in un certo senso, risulta più “subdola” perché spesso si attua senza la consapevolezza che invece accompagna le altre forme di investimento: il Capitale Circolante Netto (CCN). Il CCN è dato dalla somma Rimanenze + Crediti Commerciali (sostanzialmente vs i Clienti) – Debiti Commerciali (sostanzialmente vs i fornitori). L’aumento delle scorte o dei crediti vs i clienti (anche se causati dagli insoluti) e la riduzione dei debiti vs i fornitori portano all’aumento del CCN che, come ogni forma d’investimento, drena liquidità all’azienda. Il Rendiconto Finanziario, obbligatorio per gli IAS ma non dal D. Lgs. 6 del 27/01/2003 che recepisce la IV Direttiva CEE, evidenzia i flussi finanziari.

Come si calcola il Markup?

Il Markup (ricarico) è la percentuale di cui si deve incrementare il costo di un bene/servizio al fine di determinarne il prezzo di vendita. Se il costo è determinato in base al criterio del direct costing (costo = somma dei costi dei materiali previsti nella distinta base + costo delle lavorazioni interne + costo delle lavorazioni esterne + eventuali costi specifici) il Markup è calcolabile in base al bilancio previsto per l’esercizio in corso, ovvero il budget d’esercizio, con la formula:

Markup=[fatturato/(fatturato - costi di struttura - oneri fin - oneri fisc - utile previsto)] -1


Se, invece, il costo è stato determinato in base al criterio del full costing, è sufficiente maggiorarlo della % di utili desiderati.

È bene precisare che il prezzo così determinato potrebbe essere “fuori mercato”, in tal caso è necessario intervenire sui costi affinché “tornino i conti”.

Per determinare quale tipologia di clienti convenga servire è necessario clusterizzarli (dividerli in categorie omogenee) e determinarne la redditività media di ciascun cluster (gruppo) calcolando il rapporto: prezzo medio / costo medio. Il gruppo più redditizio è quello con il rapporto più alto.

domenica 7 aprile 2013

Che cos’è la Formula Imprenditoriale?

La Formula Imprenditoriale (FI) è un modello messo a punto da R. Normann nel 1977, ma forse il suo nome originale in inglese è più evocativo: “Business Idea”. Tale modello, infatti, pone l’attenzione sulle tre domande cruciali che ciascun imprenditore si deve porre:
1)    che cosa vuoi vendere;,
2)    a chi vuoi vendere,
3)    come pensi di organizzarti per riuscirci.
Secondo il modello, le tre risposte devono avere un alto grado di coerenza fra le loro componenti e fra di loro, solo così la FI è valida e l’impresa è concorrenziale.
Si consideri, ad esempio, un’azienda che voglia fare dell’assistenza post vendita il suo punto di forza, ma non abbia definito in modo rigoroso le distinta base di ciò che produce e vende. Come potrà garantire di inviare il corretto pezzo di ricambio se non è in grado di risalire dal numero di matricola all’elenco dei componenti utilizzati?
Si consideri, oppure, un’azienda che intenda cominciare a vendere all’estero i propri beni ma che al centralino non vi sia nessuno in grado di rispondere in una lingua diversa dall’italiano.
L’aiuto di un consulente è spesso decisivo nella valutazione della propria FI.

Come si calcola il margine di contribuzione?

Ci sono due margini di contribuzione: il margine di contribuzione di primo livello (MC1 o genericamente MC) che è dato dalla differenza fra il valore dei beni prodotti (il prezzo se ci riferisce ad un solo bene) e la somma dei costi variabili (differenziali) ad essi relativi. Il margine di contribuzione di secondo livello (MC2) è pari alla differenza fra MC1 ed i costi fissi relativi alla produzione.

Quando il MC1 è negativo vuol dire che i ricavi non sono sufficienti a coprire i costi che sostengo per la produzione di quel bene e, quindi, ad ogni aumento di fatturato segue un aumento delle perdite di esercizio.

Quando, invece, il MC2 è negativo (ma il MC1 è positivo) significa che la struttura produttiva è sovradimensionata e che per raggiungere il pareggio è necessario aumentare le vendite o ridimensionare la struttura produttiva (impianti, personale indiretto di produzione).

Un MC2 positivo, però, non assicura un utile di esercizio perché si potrebbero avere dei costi fissi di struttura tali da superare il MC2; in tal caso si dovrebbe aumentare ulteriormente il fatturato o ridurre i costi della struttura (costi generali, personale di struttura quali impiegati amministrativi, commerciali, servizi generali, ecc)
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